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Wine culture centre a Negrar

CONCORSO PER WINE CULTURE CENTRE A NEGRARC
progettisti: Martina Zappettini - Valentina Rossotti - Gianpiero Ioli - Diego Bozzo

CONCEPT

  • Il progetto scaturisce dal mettere a fuoco gli aspetti essenziali dellattività di vinificazione: lorigine - la materia prima e il prodotto finale, in mezzo ai quali si svolge lintero processo.

Tali elementi vengono condensati concettualmente e visivamente nella figura geometrica del cerchio, quale archetipo, al fine di suggerire, mediante la sua reiterazione e la sua coniugazione, il contenuto= acino duva, il contenitore= bicchiere, bottiglia, silos, botte.

Il cerchio è coniugato a livello bidimensionale quale immagine grafica evocativa, a livello tridimensionale, se in verticale, quale occhio di luce o quale elemento spaziale distributivo: l'andamento elicoidale sfalsato di una scala evoca il moto centrifugo dell'azione enzimatica all'interno di un acino o il movimento all'interno di un calice. Se sviluppato in orizzontale quale solido, il cilindro, è contenitore chiuso o aperto: tale elemento evoca ilriposo del vino, allinterno di un silos, di una botte, di una bottiglia.

Lorigine e la fine del processo produttivo, evocati come cerchio e cilindro, diventano protagonisti ma anche diretti spettatori dei molteplici passaggi produttivi intermedi, visibili nella loro attività concatenata svolta lungo lo spazio aperto retrostante.

 

IMPIANTO

  • Lo spazio si sviluppa lungo lasse longitudinale del lotto, quale direttrice principale, la cui spina generatrice degli spazi è costituita, da una fila di silos di acciaio, (pieni= silos fermentazione / vuoti= spazi chiusi e o aperti), cilindri in orizzontale disposti entro due pareti vetrate e distribuiti sui due livelli 0 e +1, a formare in una composizione ritmico-seriale una parete perimetrale grafica e funzionale permeabile lungo lintero lato est.

Davanti una passerella tra interno ed esterno collega il terreno al livello 0 con il terreno di copertura.

Qui il nastro di collegamento aereo perimetra lintero lotto dell'azienda, avvolgendolo con una pelle lignea che, scaturita dal fronte sud, fa da sfondo ai silos verticali, sottolineati quale elemento tecnologico e simbolico al tempo stesso.

Un bordo verde, concepito come un morbido foglio piegato, si distende davanti alla parete est vetrata. Seguendo il movimento della copertura, ottenuto dal ritmo di quattro lucernai 'lenticolari' e da tende leggere appese, si alza e si abbassa, permettendo la visione totale o parziale dallesterno della successione dei cilindri a riposo.

I collegamenti interni verticali sono affidati a due nastri di percorrenza che si snodano in corrispondenza dei due lucernai a pianta circolare sfalsata situati alle estremità.

LUCE - TRASPARENZA

La composizione dei cilindri che si poggiano uno sullaltro tra i due livelli con giacitura perpendicolare al lato est, con il gioco dei pieni e dei vuoti conferiscono sullintero prospetto limmagine evocativa dei grappoli, piuttosto che delle bottiglie a riposo.

In base alla luce naturale nelle varie stagioni la parete a cilindri, protetta da superficie vetrata, creerà effetti di chiaro-scuri percettivamente diversi dallesterno, la luce artificiale interna creerà una parete grafica, i cui cerchi di luce colorata, come acini sezionati, produrranno sia singolarmente sia raggruppati, una nuova immagine, un nuovo marchio simbolico per l'azienda.

Tale spazio ‘multi-cellulare’, affacciandosi sulle colline, scherma l'attività di vinificazione operativa sullo spazio retrostante, fluido, aperto, eccheggiante, i cui unici riferimenti puntuali sono affidati agli 'occhi di luce' che ritmano lo spazio in senso longitudinale: quattro lucernai a pianta circolare sfalsata, attorno ai quali si svolgono i flussi distributivi orizzontali e contenenti all'estremità una scala elicoidale di collegamento verticale.

Al livello -1, nuovo spazio museale, la luce scenderà sia dallo spazio circolare della scala a nord sia da asole praticate attorno ai cilindri silos verticali esistenti, ricomposti geometricamente, quali fasci di luce di diverso diametro che forano puntualmente il terreno.

CONNESSIONE - ATTIVITA’ VINARIE CULTURALI

I cilindri in orizzontale sostituiscono in parte i silos verticali esistenti, ad uso per la fermentazione, cavi diventano ambiti ad uso espositivo-sensoriale, ad uso polivalente, ad uso commerciale, (livello 0) ad uso di ricerca, di passaggio e direttori visivi verso il paesaggio (livello 1) .

La scala elicoidale a sud collegherà gli spazi ad uso ufficio a piano terra con quelli al livello1, mentre allo stesso livello quella a nord porrà in connessione lo spazio ad uso fruttaio-esposizione con lo spazio magazzino al livello 0 e con lo spazio sotterraneo al livello -1, adibito a nuovo spazio museo del vino, ove una mediateca sensoriale comunicherà con la bottaia adiacente.

Al piano terra sarà svolta l'attività di magazzino, collegato all’area d’imbottigliamento nell’edificio limitrofo, nello spazio a ridosso, in mezzo al quale le vasche saranno conservate nella loro fisionomia; l’area adibita a ricerca e laboratorio è concepita come cellula immersa nello spazio operativo e collegata indipendentemente dall’esterno.

Al piano primo all'attività prevalente fruttaio - spazio espositivo si affacceranno le stanze di degustazione polivalenti.

Tutti gli ambiti operativi, ad eccezione degli spazi destinati agli uffici, sono concepiti quali spazi aperti chiaramente visibili, accessibili e connessi sia fisicamente che visivamente in senso orizzontale e in senso verticale mediante gli affacci sulle asole circolari nei solai.

MATERIALI

Lasuccessione a cilindriviene contenuta dai lati nord e sud, concepiti quali elementi materici, neutri, opachi, realizzati quali doppia parete, vetrata all'interno e rivestimento di elementi lignei orizzontali pieni a nord e frangisole a sud; tale tessitura nelle due testate opposte e tese indicano i due nodi privato (uffici) e pubblico (ingresso al museo del vino), messi in tensione dallo spazio centrale permeabile.

L'affaccio panoramico è affidato invece interamente al lato est, quale parete interamente vetrata, cucita verso l'esterno da un sottile nastro percorribile che da Q.0,00 sale al livello +1 per uscire fino al livello di copertura. Questa è concepita quale terreno piano calpestabile, un giardino zen i cui movimenti sulla ghiaia bianca sono convogliati attorno alle quattro coperture a sezione lenticolare in corrispondenza dei lucernai. La superficie di copertura si alleggerisce verso est, mutandosi in leggero e morbido tendaggio appeso mediante tiranti ed elementi lignei la posizione dei quali crea un ritmo dettato dagli assi degli elementi circolari in copertura.

I materiali sono concepiti coniugando laspetto compositivo con quello del contenimento energetico. Così il lato sud è schermato dallirraggiamento solare estivo da un diaframma orizzontale ligneo, mentre sul lato nord lo stesso materiale è ordito in modo pieno al fine protettivo; il prospetto principale si presenta quale doppia parete vetrata, funzionante come serra nella stagione fredda ed aperta in corrispondenza degli interstizi tra i cilindri nella stagione calda, protetta da un tendaggio bianco appeso sulla copertura. Questa coperta da terra e ghiaia bianca come ultimo strato contribuirà allisolamento così come i lucernai, coperti da materiale polimerico tipo ETFE, fortemente isolanti, sono concepiti parzialmente apribili al fine di funzionare qualicamini del ventoal fine del raffrescamento naturale.